A testimonianza di un territorio che fino al secolo scorso ospitava una popolazione molto più numerosa di oggi che viveva di attività rurali e di allevamento sono rimasti i muretti a secco a sostegno delle fasce, i ruderi dei numerosi mulini, i cascinali e le aie invase dall’erba. Il tutto contornato da ruscelli, boschi e sentieri che rappresentano un patrimonio ambientale molto evocativo dell’entroterra genovese.
Nella frazione di Clavarezza è possibile visitare la chiesa di San Michele Arcangelo. Citata per la prima volta il 21 settembre del 1200 in un documento, la chiesa fu edificata nella frazione di Clavarezza ed assoggettata alla cura della parrocchia di San Lorenzo martire di Pareto; sarà il 15 febbraio del 1641 che il cardinale Stefano Durazzo separerà le due comunità in due distinte parrocchie.

La chiesa di S. Michele a Clavarezza
L’esigenza di una nuova chiesa fu segnalata all’arcivescovo genovese, monsignor Giuseppe Maria Saporiti, dal locale parroco nel 1766 e già il 17 luglio dello stesso anno fu concessa l’autorizzazione per l’edificazione.
L’antico borgo di Senarega è contraddistinto dal caratteristico ponte di accesso medievale, dalla chiesa parrocchiale dell’Assunta risalente al 1650, dal Museo Storico Alta Valle Scrivia e dal castello Senarega-Fieschi.

L’antico borgo di Senarega
Quest’ultimo è composto da due distinti elementi (la torre del XII secolo e il palazzo, costruito nel XV secolo) e domina il paese dall’alto. Durante la lunga signoria dei Fieschi l’edificio era utilizzato con funzioni amministrative ed i sotterranei adibiti a prigione. Dopo aver ospitato negli anni ottanta del Novecento una comunità di recupero per tossicodipendenti, per molti anni è rimasto in stato di abbandono. Recentemente è stato acquisito in comodato trentennale dall’Ente Parco dell’Antola che, in collaborazione con il Comune, lo ha restaurato mantenendone inalterate le caratteristiche architettoniche e trasformandolo in una foresteria aperta al pubblico.
Nel borgo di Pareto troviamo invece la chiesa di San Lorenzo martire la cui fondazione risalirebbe anteriormente al XIII secolo; la prima citazione è infatti documentata in un atto notarile del 21 dicembre 1272. La costruzione odierna è risalente ai primi decenni del XVIII secolo così come il campanile eretto nel 1746. L’interno si presenta ad unica navata e con cinque altari di cui uno dedicato alla Patrona Santa Caterina Fieschi Adorno.
Presso la frazione di Molino Vecchio non si può non visitare il Santuario della Madonna dell’Acqua. Situato in un luogo ombroso sulla riva sinistra del torrente Brevenna, è il centro della vita religiosa del comune. L’origine del santuario è fatta risalire dalla tradizione ad un fatto prodigioso, che sarebbe avvenuto nel 1584, quando, durante un’epidemia di peste, una pastorella del borgo di Ravino (ora scomparso), colpita dal contagio, seguendo una voce soave che diceva Salus Infirmorum, ora pro nobis (Salute degli infermi, prega per noi) attinse ad una fonte sulla riva del torrente e fu risanata. Sull’altare si trova la statua marmorea di Nostra Signora dell’Acqua, o Madonna dei Tartari, opera di un ignoto artista genovese dei primi anni del Settecento.

Santuario della Madonna dell’Acqua
Purtroppo, a seguito delle abbondanti precipitazioni della notte fra il 13 e il 14 settembre 2015, l’edificio ha subito gravi danni a causa di una frana prospiciente l’ingresso del santuario ed è rimasto isolato per il crollo del ponte che lo collegava alla strada provinciale.
In località Baio, troviamo la piscina comunale aperta durante il periodo estivo, contornata da una accogliente area attrezzata in cui ogni anno ad agosto viene realizzata la tradizionale festa “U Mundantigu”, che rinnova le tradizioni storiche e culturali dell’antica vita in Valle, riscoprendo sapori e mestieri di una volta.
Nelle vicinanze del paese di Porcile troviamo un antico mulino ad acqua alimentato da tre piccoli bacini formati dallo sbarramento di un ruscello con muretti in pietra. Questo mulino restaurato, è l’unico ancora in buone condizioni di conservazione tra i numerosi che ne caratterizzavano la valle di un tempo.

Particolare della ruota del mulino restaurato di Porcile
Partendo da Piancassina – Lavazzuoli parte infine l’itinerario escursionistico più breve per l’Antola, contraddistinto da tratti di mulattiera.