Clavarezza Consorzio Rurale

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Chiesa di S. Michele

Pochissime sono le notizie che si hanno di Clavarezza, essendo bruciato l’archivio con tutti i registri il 2 Febbraio 1864.
Questo luogo viene per la prima volta segnalato dall’Ughelli in un diploma dell’anno 972: “curtem de Clavarecia”. Le prime notizie risalgono invece al secolo XIII, dove si attesta che la chiesa era annessa e soggetta a quella di S. Lorenzo di Pareto.
Nel 1641 gli uomini di Pareto e di Clavarezza convennero tra loro per richiedere dall’autorità ecclesiastica l’erezione di due separate parrocchie.
L’arcivescovo card. Durazzo aderì volentieri alla richiesta fatta ed eresse in formale parrocchia: S. Michele di Clavarezza col titolo di Rettoria unitamente al quartiere di Porcile, staccandola da Pareto e restando, come prima, nel vicariato di Montoggio. Nel 1838 fu annessa al vicariato di Vobbia e nel 1927, con Alpe e Senarega, a quello di Pareto.

La chiesa, inizialmente molto piccola, venne riedificata nel 1776 in modo da poter contenere i 430 parrocchiani di allora e cinque altari di cui tre realizzati a breve distanza prima del 1771: l’altar maggiore, quello intitolato a N. S. del Carmine e quello di S. Antonio abate. Successivamente, prima del 1837, furono terminati gli altri due: quello di S. Giuseppe e quello di S. Sebastiano.

La chiesa di S. Michele fu colpita da diverse disgrazie: nel 1828 un movimento tellurico minacciò di rovinarla, e il 2 Febbraio 1864 scoppiò in paese un incendio in cui la chiesa e la canonica furono completamente investite. Si salvarono soltanto le tre campane, tutto il resto andò perduto.

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L’interno della chiesa parrocchiale di S. Michele (foto M. Beccari)

Nel 1771 il rettore Antonio Garbarino scriveva che questa parrocchia non aveva oratorio; nel 1833 il rettore Giovanni Battista Medica ne attesta l’esistenza senza citarne il santo titolare, che si pensa fosse la Madonna del Carmine, dal momento che la Confraternita di N. S. del Carmine era già stata eretta il 20 Luglio 1758.

Nel 1859 i parrocchiani di Porcile eressero una cappella intitolata a N. S. della Guardia, dove ancora oggi la patrona viene festeggiata con grande solennità intorno al 29 di Agosto.

Nel 1885, data l’avanzata età del rettore Alberto Sangiacomo, l’Arcivescovo Salvatore Magnasco scelse come coadiutore don Cristoforo Reggiardo, il quale si adoperò fin da subito per il bene spirituale e materiale della parrocchia. La chiesa si arricchì così di un organo e di un pulpito in marmo; il campanile fu restaurato e dotato di cinque campane e di un nuovo orologio; la canonica venne resa più ampia e decorosa.

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In ricordo della Comunione Pasquale del 1915

Una lapide posta in chiesa ricorda in poche righe tutta la sua opera di bene svolta in quarant’anni di ministero.

L’arcivescovo Tommaso Reggio, in una sua visita pastorale nel 1894, elogiò e premiò l’ottimo rettore, innalzando la parrocchia al grado di Prepositura e nominandolo primo prevosto di Clavarezza.

Alla sua morte, avvenuta il 10 Aprile 1925, venne nominato parroco il sac. Giobatta Canale, già vice parroco di Ronco Scrivia. Fin da subito si preoccupò di dare una veste decorosa all’interno della chiesa e, grazie all’opera del pittore Rodolfo Gambini, nel Giugno del 1928 gli interni assunsero un nuovo volto.
Nel 1931 don Canale divenne parroco di Mele cosicchè gli succedette don Camillo Tubino, che continuò ad adoperarsi per rendere sempre più decorosa la chiesa, il campanile e la canonica, con restauri ed abbellimenti. Perfezionò infine la cantoria che già si era distinta fin dalla sua nascita.

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Il Cardinale Boetto in portantina in occasione dei 300 anni della parrocchia (foto Silvana Firpo)

Durante la II guerra mondiale la parrocchia venne retta da don Carmelo Ricco; anche se, a detta sua, fu don Alberto Sangiacomo il principale artefice di queste memorie, egli si adoperò per far pubblicare, in occasione dei 300 anni della parrocchia, un libretto, ora conservato nell’archivio parrocchiale, contenente i dati storici di Clavarezza  e qui riportato per sommi capi.

In merito lo stesso don Carmelo dice: “Abbiate perciò somma cura dei vostri figlioli; sono la continuazione di voi, sono essi un giorno, che faranno dire bene di voi. (…) Conservate, alimentate le belle tradizioni!“.  E ancora “Ed infine amatevi gli uni e gli altri (…). Questa carità sarà il conforto e la fiducia nostra (…). Solo così onorerete i vostri Padri, il nostro S. Michele, la nostra cara Madre Celeste! La festa esterna: le funzioni liturgiche, i canti saranno il gesto spontaneo e sincero della festa che c’è dentro di noi.

(da Carmelo Ricco, Brevi memorie storiche di Clavarezza S. Michele rievocate nel suo terzo centenario di vita parrocchiale 1641-1941, Marchese & Campora, Genova 1941)


CRONOTASSI DEI PARROCI DI CLAVAREZZA

1650: Giovanni Battista Bertolotto, forse primo parroco
1742: Onorato Cogorno, di Torriglia
1758: padre Gian Luca Crocco, del Borgo della Croce
1759: Antonio Maria Garbarino, di Cicagna (nel 1766 benedì la nuova chiesa)
1774: Mora
1797: Marc’Antonio Fossa
1810-1820: Benedetto De Lucchi, di Montoggio (trasferito a S. Desiderio di Bavari, poi abate di S. Bernardino di Genova ove morì nel 1832 a 72 anni)
1820-1859: Giovanni Battista Medica, di Montoggio (vi morì a 69 anni)
1859-1865: Sebastiano Bartolomeo Ratto, di Cerendero (rinunziò; eletto dopo tre anni a rettore di Vallebuona rinunziò nuovamente, morì nel 1883 a 71 anni)
1865-1868: economo padre Luigi Bernini
1868-1885: Alberto Sangiacomo di Montessoro
1885-1925: Cristoforo Reggiardo, di Costa Clavarezza (dove morì a 75 anni)
1925-1931: Giovanni Battista Canale, di Cremeno, eletto parroco di Mele
1931-1939: Camillo Tubino di Sestri Ponente, già vice parroco di S. Fruttuoso, eletto poi parroco del Campasso
1939-1948: Carmelo Ricco di Gioiosa Marea, già prefetto di disciplina nel Seminario di Genova

 


L’ORGANO

L’organo collocato nella chiesa parrocchiale di S. Michele Arcangelo di Clavarezza è opera della Rinomata Fabbrica d’Organi Fratelli Lingiardi di Pavia ed è datato 1904, con numero d’opus 248. Collocato in cantoria, lo strumento è racchiuso da una cassa lignea, aperta anteriormente in cinque campate.

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L’organo Lingiardi presente all’interno della chiesa

Il prospetto è formato da 31 canne (5+7+7+7+5) in stagno, distribuite in cinque campate di una cuspide ciascuna; presenta bocche allineate (eccetto le due campate laterali), profilo piatto e labbro superiore a mitria. La tastiera, posta in finestra sotto il prospetto, è chiusa da un’anta in legno che funge anche da leggio, e conta 58 tasti con estensione Do1-La6. La pedaliera conta 27 pedali con ambito Do1-Re3. I registri sono comandati da pomelli in legno posti su un’unica fila immediatamente sopra la tastiera. 

DISPOSIZIONE FONICA
Tremolo
3 di ripieno
Decimanona
Decimaquinta
Ottava 4
Principale 8
Bordone 8
Flauto 8
Flauto 4
Dulciana 8
Voce umana 8
Corno inglese 8
Tromba 8
Contrabassi 16
Pedaletti per tromba, terzamano, mezzoforte, ripieno


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